Nel Libro di Giobbe, uno dei testi più antichi e enigmatici della Bibbia, Dio risponde alle lamentele del sofferente protagonista con una dimostrazione di potenza. E come dimostra la sua supremazia? Descrivendo due creature straordinarie: il Behemoth e il Leviathan. Ma quello che colpisce non è tanto il fatto che le menzioni, quanto il modo in cui le descrive. Non sono vaghe allusioni mitologiche, sono descrizioni tecniche, dettagliate, precise. Come se Dio stesse mostrando a Giobbe macchine da guerra o tecnologie che nessun essere umano potrebbe comprendere o controllare.
La domanda che sorge spontanea è: cosa stava davvero descrivendo chi scrisse questi versi? Animali giganteschi? Creature mitologiche? O forse qualcosa di completamente diverso che i nostri antenati non avevano altro modo di catalogare se non come "bestie" create da Dio?
Behemoth: la bestia terrestre che non somiglia a nulla di conosciuto
Il Behemoth appare in Giobbe 40:15-24, e la descrizione è così specifica da lasciare perplessi. Dio dice a Giobbe: "Guarda il Behemoth, che ho fatto come te; esso mangia l'erba come il bue". Fin qui potrebbe sembrare un erbivoro gigante. Ma poi i dettagli diventano strani.
"Ecco, la sua forza è nei suoi fianchi, e il suo vigore nei muscoli del suo ventre. Stende la coda come un cedro, i nervi delle sue cosce sono intrecciati. Le sue ossa sono tubi di bronzo, le sue membra come sbarre di ferro. Esso è il capolavoro delle opere di Dio."
Fermiamoci su questi dettagli. La coda "come un cedro". Un cedro del Libano poteva raggiungere i 40 metri di altezza, con un tronco massiccio e possente. Quale animale conosciuto ha una coda paragonabile a un cedro? L'ippopotamo, che è l'interpretazione accademica standard, ha una coda ridicola, circa 40 centimetri. L'elefante ha una coda lunga ma sottile, niente a che vedere con la massa di un cedro. Questo singolo dettaglio elimina praticamente tutti i mammiferi conosciuti.
Poi ci sono le "ossa come tubi di bronzo" e le "membra come sbarre di ferro". Questa non è descrizione poetica generica. È specifica. Tubi. Sbarre. Materiali metallici. Come se chi scriveva stesse cercando di descrivere una struttura che non era organica ma costruita, assemblata, meccanica.
Il testo continua: "Sta tranquillo sotto le piante spinose, nel folto dei canneti e delle paludi. I loti lo coprono con la loro ombra, i salici del torrente lo circondano. Ecco, anche se il fiume straripa, esso non trema; è sicuro anche se il Giordano gli salisse fino alla bocca".
Vive nell'acqua ma non completamente. È associato a fiumi e paludi. È talmente grande e potente che un fiume in piena non lo sposta. Potrebbe "bere il Giordano" senza sforzo. Stiamo parlando di qualcosa di dimensioni colossali, molto oltre qualsiasi animale attuale.
L'interpretazione standard lo identifica con l'ippopotamo. Ma oltre alla questione della coda, ci sono altri problemi. Il Behemoth viene definito "il capolavoro delle opere di Dio", "il primo dei sentieri di Dio". Questo linguaggio suggerisce qualcosa di unico, primario, non semplicemente un grande mammifero tra tanti.
Alcuni studiosi biblici lo vedono come creatura mitologica, simbolo del caos terrestre contrapposto al Leviathan marino. Ma il testo di Giobbe non ha tono mitologico astratto. Ha tono concreto, quasi documentaristico. Dio sta dicendo: "Guarda questa cosa reale che esiste, che ho creato, che tu non puoi controllare".
La teoria del dinosauro sopravvissuto è stata proposta da ricercatori creazionisti. Un sauropode, un brachiosauro o un diplodoco avrebbe effettivamente una coda "come un cedro" - massiccia, lunga, potente. Le sue ossa sarebbero immense, paragonabili a tubi di metallo per dimensioni e robustezza. Vivrebbe in ambienti paludosi e fluviali, come indicano i fossili. Questa interpretazione implica che umani e dinosauri abbiano convissuto, o almeno che la memoria culturale di queste creature sia stata preservata fino ai tempi della stesura di Giobbe. È un'ipotesi controversa che contraddice la cronologia paleontologica standard, ma i dettagli descrittivi corrispondono in modo inquietante.
Leviathan: la creatura marina che sputa fuoco
Se il Behemoth è enigmatico, il Leviathan è completamente sconcertante. Dio dedica un intero capitolo (Giobbe 41) alla sua descrizione, e quello che emerge è qualcosa che sembra uscire più dalla fantascienza che dalla zoologia.
"Puoi tu pescare il Leviathan con l'amo? Nessuno è tanto audace da osare provocarlo. Chi dunque potrà starmi di fronte?" Dio sta usando il Leviathan come dimostrazione della propria potenza incontrastabile. Ma poi vengono i dettagli tecnici.
"Chi può aprire le porte della sua bocca? I suoi denti in cerchio sono terribili. Il suo dorso è fatto di file di scudi, chiusi insieme da stretto sigillo. Uno è così vicino all'altro che l'aria non può passare fra di essi."
Questa descrizione di "scudi" o "squame" sigillate ermeticamente, impenetrabili all'aria, non somiglia a nessun animale marino conosciuto. Nemmeno i coccodrilli o i grandi pesci corazzati hanno questa caratteristica di impermeabilità totale.
Ma è quello che segue a renderlo davvero impossibile da spiegare in termini biologici convenzionali:
"I suoi starnuti emanano luce e i suoi occhi sono come le palpebre dell'aurora. Dalla sua bocca escono fiamme e scintille di fuoco ne sprizzano. Dalle sue narici esce fumo, come da una pentola che bolle o da una caldaia. Il suo fiato accende i carboni e dalla sua bocca escono fiamme."
Fermiamoci. Un animale che sputa letteralmente fuoco. Che emana fumo dalle narici come una caldaia. I cui occhi brillano. I cui starnuti producono luce. Questo non è un coccodrillo, non è una balena, non è nessuna creatura biologica che conosciamo. Nemmeno i draghi di Komodo, che hanno batteri mortali nella saliva, producono fuoco.
Il testo continua con dettagli sulla sua invulnerabilità: "Sul suo collo risiede la forza. Spade, lance, frecce, giavellotti, niente può ferirlo. Per lui il ferro è come paglia e il bronzo come legno marcio. Le frecce non lo mettono in fuga, le pietre della fionda si trasformano in stoppia per lui".
E poi il dettaglio più strano di tutti: "Quando si alza, tremano i potenti. Sotto di lui ci sono cocci acuti, si stende sulle cose appuntite come sul fango. Fa ribollire l'abisso come una pentola, fa del mare un vaso di unguenti. Si lascia dietro una scia luminosa, l'abisso sembra avere i capelli bianchi".
Una scia luminosa nell'acqua. Questo è il dettaglio che fa saltare tutte le interpretazioni biologiche convenzionali. Quale animale lascia una scia luminosa? Certo, esistono organismi bioluminescenti, ma il contesto qui è diverso. È qualcosa di potente, di tecnologico quasi.
Biglino e la traduzione letterale: cosa dicono davvero i testi?
Mauro Biglino, nel suo lavoro di traduzione interlineare dell'ebraico biblico, ha evidenziato aspetti interessanti. Il termine "behemoth" è già plurale in ebraico, letteralmente significa "bestie" o "grandi animali". Ma il verbo che lo accompagna è al singolare. È come se il testo dicesse "le bestie è", una costruzione grammaticalmente strana che potrebbe indicare una categoria o un tipo piuttosto che un singolo esemplare.
Per quanto riguarda Leviathan, Biglino nota che il termine ebraico "livyatan" potrebbe derivare da una radice che significa "attorcigliato" o "arrotolato". Nelle altre menzioni bibliche del Leviathan (Salmi, Isaia), viene descritto come serpente tortuoso, drago marino, mostro a più teste. Ma in Giobbe la descrizione è diversa, più tecnica, più dettagliata.
Quello che Biglino sottolinea costantemente è che i testi biblici, quando tradotti letteralmente senza filtri teologici, descrivono fenomeni e oggetti concreti, materiali, spesso tecnologici. Le "nuvole" che accompagnano Yahweh fanno rumore, emettono luce, devono essere avvicinate con precauzioni. Gli "angeli" mangiano, bevono, si riproducono. E forse anche Behemoth e Leviathan non sono metafore ma descrizioni di qualcosa di reale che l'autore di Giobbe aveva visto, o di cui aveva sentito parlare, ma non sapeva come classificare.
C'è un pattern interessante nella presentazione di queste due creature. Behemoth domina la terra, Leviathan domina il mare. Sono presentati come controparti, due manifestazioni della potenza divina in ambienti diversi. Questo ricorda strutture operative: veicoli terrestri e veicoli marini/sottomarini, tecnologie adattate a ecosistemi diversi.
Se guardiamo Behemoth e Leviathan non come creature biologiche ma come categorie di tecnologie o veicoli, molti dettagli acquistano senso. Behemoth con le sue "ossa di bronzo" e "membra di ferro" sarebbe un veicolo terrestre pesantemente corazzato, probabilmente anfibio visto che vive tra i canneti. Leviathan con la sua corazza impenetrabile, la capacità di emettere fuoco e fumo, la scia luminosa, sarebbe un veicolo sottomarino o navale avanzato.
Questa interpretazione può sembrare forzata, ma consideriamo il contesto: l'autore di Giobbe sta cercando di descrivere qualcosa che supera la sua comprensione tecnologica. Come descriverebbe un testimone antico un sottomarino nucleare? Probabilmente come un mostro marino corazzato, impenetrabile, che emette fumo e lascia scie nell'acqua. Come descriverebbe un carro armato o un veicolo pesante? Come una bestia con ossa di metallo, invulnerabile alle armi, di forza incredibile.
Il contesto: perché Dio mostra proprio queste "creature" a Giobbe?
Il Libro di Giobbe è una meditazione sulla sofferenza e sulla giustizia divina. Giobbe, uomo giusto, perde tutto e chiede spiegazioni a Dio. La risposta divina è particolare: invece di spiegazioni filosofiche, Dio presenta a Giobbe le meraviglie della creazione. Gli parla di dove si trova il mare quando era chiuso, delle scorte della neve e della grandine, dell'ordine delle costellazioni. E poi, come culmine, gli mostra Behemoth e Leviathan.
Il messaggio sembra essere: "Guarda queste cose che ho fatto. Tu non puoi crearle, non puoi controllarle, non puoi nemmeno comprenderle completamente. Io sì. Quindi fidati che so cosa sto facendo anche quando non capisci".
Ma perché scegliere proprio queste due creature come dimostrazione suprema di potenza? Se fossero semplicemente animali grandi, anche impressionanti, perché non menzionare anche elefanti, leoni, aquile? Perché Behemoth viene definito "il capolavoro delle opere di Dio"? Perché Leviathan ottiene un intero capitolo di descrizione dettagliata?
La risposta potrebbe essere che queste non sono creature tra le tante, ma rappresentano tecnologie o entità di un ordine completamente diverso. Sono le manifestazioni più impressionanti e incomprensibili della "potenza creativa" divina che un umano possa vedere. Sono la prova che esiste un livello di realtà, di capacità, di conoscenza totalmente oltre l'umano.
Paralleli nelle altre tradizioni: draghi globali
Prima di arrivare all'interpretazione di Sitchin, vale la pena notare che creature simili al Leviathan appaiono in praticamente tutte le antiche culture del mondo. I draghi cinesi controllano le acque e il tempo atmosferico. I naga indiani sono serpenti divini acquatici con poteri immensi. Tiamat mesopotamica è il drago marino primordiale. I serpenti piumati mesoamericani come Quetzalcoatl sono associati all'acqua e al cielo.
Questa universalità del "drago" o "serpente marino gigante" nelle mitologie è notevole. Carl Jung lo spiegherebbe come archetipo dell'inconscio collettivo. Ma un'altra spiegazione è che culture diverse abbiano preservato memoria di qualcosa di reale che tutte hanno incontrato o di cui tutte hanno sentito parlare.
Kolosimo documentava come descrizioni di "draghi" in culture senza contatto tra loro mostrassero dettagli sorprendentemente simili: capacità di volare, sputare fuoco, associazione con tesori e conoscenza, invulnerabilità. Se fossero pure invenzioni mitologiche, perché questa convergenza di caratteristiche?
Anche i dinosauri marini giganti (mosasauri, plesiosauri) o i grandi rettili volanti (pterosauri) potrebbero aver lasciato memoria culturale. Fossili di queste creature sono stati trovati in superficie, esposti dall'erosione, visibili a popolazioni antiche che potrebbero averli interpretati come prove di mostri reali. Ma questo non spiega i dettagli tecnologici come il fuoco e la scia luminosa.
La memoria dei sauropodi: convivenza impossibile?
Tornando al Behemoth, la teoria del sauropode sopravvissuto solleva una questione cronologica. I dinosauri si sono estinti 65 milioni di anni fa secondo la paleontologia mainstream. L'Homo sapiens esiste da circa 300.000 anni. Non c'è sovrapposizione possibile.
Eppure, le descrizioni di creature tipo sauropode appaiono in varie culture. I mokele-mbembe dell'Africa centrale, le leggende di draghi terrestri giganti in Asia, persino alcune rappresentazioni artistiche che sembrano mostrare dinosauri. Come si spiega?
Tre possibilità: primo, fossili esposti hanno ispirato leggende che poi sono state elaborate. Secondo, piccole popolazioni di grandi rettili sono sopravvissute in aree remote molto più a lungo di quanto pensiamo (criptozoologia). Terzo, la cronologia standard è sbagliata e c'è stata effettivamente convivenza.
Nessuna di queste spiegazioni è pienamente soddisfacente, ma il dettaglio della "coda come un cedro" rimane lì, testardo, nelle Scritture. Chi ha scritto Giobbe stava descrivendo qualcosa, e la descrizione non corrisponde a nessun animale vivente.
L'interpretazione di Sitchin: tecnologie degli Anunnaki. La più credibile secondo me
Zecharia Sitchin, nel suo lavoro controverso ma affascinante sui testi sumeri e la loro influenza biblica, offre un'interpretazione radicalmente diversa di Behemoth e Leviathan. Nel suo framework, questi non sono né animali né creature mitologiche, ma tecnologie degli Anunnaki.
Secondo Sitchin, gli Anunnaki erano extraterrestri del pianeta Nibiru che visitarono la Terra circa 450.000 anni fa. Avevano tecnologie avanzate per estrarre minerali, modificare geneticamente forme di vita, e viaggiare tra superficie terrestre e stazioni orbitali. Quando i testi biblici parlano di Elohim (gli "dèi" al plurale), stanno in realtà riferendosi agli Anunnaki e ai loro servitori, gli Igigi.
In questo contesto, Behemoth e Leviathan sarebbero veicoli o macchinari avanzati che gli umani antichi osservavano ma non potevano comprendere. Il Behemoth, con le sue "ossa di bronzo" e "membra di ferro", sarebbe un veicolo terrestre pesante, forse un escavatore gigante o un trasportatore usato nelle operazioni minerarie. La sua descrizione come "il capolavoro delle opere di Dio" indicherebbe la sua importanza tecnica, il pinnacolo dell'ingegneria Anunnaki visibile agli umani.
La sua capacità di "bere fiumi" potrebbe riferirsi a sistemi di pompaggio idraulico su scala massiccia. Il fatto che "anche se il fiume straripa, esso non trema" descriverebbe la stabilità e il peso del macchinario. Vive tra i "canneti e le paludi" perché opera in zone di estrazione mineraria alluvionale o in aree dove l'acqua è necessaria per i processi industriali.
Il Leviathan, secondo Sitchin, sarebbe ancora più impressionante: un veicolo sottomarino o una nave avanzata capace di operazioni subacquee. Le "squame" ermeticamente sigillate sarebbero la corazza esterna, lo scafo. La capacità di sputare fuoco e fumo descriverebbe sistemi di propulsione o armi. Gli "occhi come palpebre dell'aurora" potrebbero essere luci di navigazione o sensori luminosi. La "scia luminosa" che lascia nell'acqua potrebbe essere cavitazione, disturbo bioluminescente, o emissione da sistemi di propulsione avanzati.
Il fatto che nessuna arma umana possa penetrarlo ("per lui il ferro è come paglia") descriverebbe materiali compositi avanzati, leghe metalliche sconosciute, o campi di forza. Il dettaglio che "fa ribollire l'abisso come una pentola" potrebbe riferirsi al calore generato dai suoi motori o reattori. Ciò che rende l'interpretazione di Sitchin particolarmente intrigante nel contesto di Giobbe è il modo in cui Dio presenta queste "creature". Non dice "ho creato animali meravigliosi". Dice "guarda queste cose che ho fatto, che tu non puoi fare, che nessun umano può controllare o nemmeno avvicinare in sicurezza".
Questo suona molto più come qualcuno che mostra tecnologie avanzate a una popolazione primitiva. "Vedi questa macchina? L'ho costruita io. Tu non puoi costruirla, non puoi capire come funziona, non puoi usarla. Questo ti mostra quanto sono più potente di te".
Nel framework di Sitchin, Yahweh (o gli Elohim) erano gli Anunnaki che supervisionavano le operazioni terrestri. Quando dovevano impressionare o educare gli umani, mostravano le loro tecnologie più avanzate. Behemoth e Leviathan sarebbero state le macchine più impressionanti, quelle che più chiaramente dimostravano il divario tecnologico.
Il linguaggio di Giobbe 41 acquisisce nuovo significato in questa lettura. "Chi può starmi di fronte?" non è una domanda retorica su potenza spirituale astratta, ma una sfida concreta: chi tra gli umani ha la tecnologia per affrontare il mio Leviathan? "Chi mi ha dato qualcosa per primo, perché io debba ripagarlo?" suona come: quale umano ha contribuito alla costruzione di queste macchine, che possa vantare diritti su di esse?
Sitchin notava anche che molte descrizioni bibliche di manifestazioni divine includono dettagli tecnici che vengono ignorati o spiritualizzati dalle traduzioni. Il "kavod" (gloria) di Dio fa rumore, emette calore, deve essere schermato. L'Arca dell'Alleanza ha istruzioni di costruzione precise, con materiali conduttori e isolanti, che suggeriscono un dispositivo elettrico. I "carri di fuoco" che trasportano Elia sono descritti con dettagli che ricordano veicoli a razzo.
In questo contesto più ampio, Behemoth e Leviathan non sono eccezioni ma esempi ulteriori dello stesso pattern: testi antichi che descrivono tecnologie reali usando il linguaggio disponibile all'epoca. Un autore del 1500 a.C. che vede un escavatore gigante lo descrive come una bestia con ossa di metallo. Un testimone che vede un sottomarino nucleare lo descrive come un mostro marino corazzato che sputa fuoco.
Allora, cosa sono Behemoth e Leviathan? Animali estinti la cui memoria è stata preservata? Creature mitologiche simboliche? Tecnologie avanzate incomprese? La risposta dipende da quale framework accettiamo.
Se accettiamo la cronologia e la biologia standard, siamo costretti a vedere queste descrizioni come fantasie poetiche o al massimo memorie distorte di grandi animali. Ma questa spiegazione richiede di ignorare o spiritualizzare molti dettagli concreti e specifici.
Se accettiamo che i testi antichi possano preservare memorie accurate di fenomeni che non comprendiamo, si aprono possibilità diverse. Forse descrivono davvero sauropodi sopravvissuti o grandi rettili marini, il che implicherebbe rivedere la cronologia. Forse descrivono tecnologie che culture avanzate (terrestri o extraterrestri) hanno operato sulla Terra, il che implicherebbe rivedere la storia della civiltà.
Quello che è certo è che chi ha scritto questi versi stava descrivendo qualcosa con grande attenzione ai dettagli. Non è linguaggio vago o metaforico. È quasi cronaca, documentazione. "Guarda, questa cosa esiste, ha queste caratteristiche, fa queste cose". Il tono è quello di un testimone che racconta ciò che ha visto o ciò che gli è stato mostrato.
L'interpretazione di Sitchin, per quanto controversa e respinta dall'accademia, ha il merito di prendere i testi sul serio come descrizioni di fenomeni reali. Non spiritualizza, non metaforizza, non riduce. Dice: se questi testi descrivono ossa di bronzo e fiamme dalla bocca e scie luminose, forse stavano descrivendo davvero ossa di bronzo e fiamme e scie luminose. E se nessun animale corrisponde, forse non erano animali.
Nel suo framework più ampio, Behemoth e Leviathan sono pezzi di un puzzle più grande. Gli Anunnaki avevano una presenza operativa completa sulla Terra: miniere, laboratori, basi, veicoli di ogni tipo. Gli umani che lavoravano per loro o che vivevano nelle vicinanze vedevano queste tecnologie regolarmente. Quando gli Anunnaki se ne andarono o ridussero la loro presenza, le memorie rimasero, codificate in miti, leggende, testi sacri.
Da questa prospettiva, Giobbe 40-41 non è teologia astratta ma documentazione concreta. È il ricordo di quando gli "dèi" mostravano le loro macchine più impressionanti agli umani, come dimostrazione di superiorità tecnologica che veniva interpretata come superiorità divina. Behemoth e Leviathan erano reali, erano potenti, erano incomprensibili alla mentalità dell'epoca. E forse, proprio forse, chi li ha descritti con tanta precisione lo ha fatto perché li aveva davvero visti.
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Fonti e Approfondimenti
Testi biblici:
- Libro di Giobbe 40-41
- Salmo 74, 104
- Isaia 27
Ricerca alternativa:
- Sitchin, Z. (1976). Il pianeta degli dei
- Biglino, M. (2011). Il Dio alieno della Bibbia.
- Kolosimo, P. (1968). Non è terrestre.
Commentari accademici:
- Pope, M. H. (1965). Job (Anchor Bible Commentary).
- Gordis, R. (1978). The Book of God and Man.