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Anche gli angeli mangiavano...carne, e distruggevano città


Genesi 18 contiene uno degli episodi più straordinari e meno compresi dell'intera Bibbia. Abramo, seduto all'ingresso della sua tenda nel caldo del giorno, vede tre uomini. Non angeli eterei, non visioni spirituali, non apparizioni luminose. Tre uomini. In piedi davanti a lui. Concreti, fisici, corporei.
E cosa fa Abramo? Corre loro incontro, si prostra, e li supplica di non passare oltre senza accettare la sua ospitalità. Prepara un banchetto elaborato: pane, latte cagliato, latte fresco, e un vitello tenero che fa cuocere appositamente. I tre visitatori mangiano. Letteralmente si siedono e consumano cibo fisico.
Poi uno di loro, identificato come Yahweh stesso, promette che Sara, la moglie di Abramo, avrà un figlio. Sara, nascosta nella tenda, ride per l'impossibilità della cosa (ha novant'anni). Yahweh sente la risata attraverso la tenda e la rimprovera. Dopo il pasto, i tre si alzano e guardano verso Sodoma. Due di loro proseguono verso la città, mentre Yahweh rimane a parlare con Abramo della distruzione imminente.

Questo non è linguaggio mistico o simbolico. È cronaca dettagliata di un incontro fisico tra esseri corporei. Se togliamo i filtri teologici e leggiamo il testo come resoconto testimoniale, quello che emerge è la descrizione di un incontro ravvicinato del terzo tipo: contatto diretto tra umani e entità avanzate che appaiono umane ma possiedono capacità oltre l'umano.

Il testo nudo: cosa dice davvero Genesi 18

Partiamo dal testo, tradotto il più letteralmente possibile dall'ebraico, seguendo l'approccio di Biglino.
"Poi Yahweh apparve a lui alle querce di Mamre, mentre egli sedeva all'ingresso della tenda nell'ora più calda del giorno. Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui" (Genesi 18:1-2).
Notate l'apparente contraddizione: il verso 1 dice che "Yahweh apparve", ma il verso 2 dice che vide "tre uomini". Non uno, tre. Il testo ebraico usa "anashim" - uomini, maschi umani. Non usa "mal'akhim" (messaggeri/angeli) né termini che indicano esseri spirituali. Uomini.
Abramo corre loro incontro, si prostra fino a terra, e dice: "Mio signore (Adonai), se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo" (18:3). Si rivolge al singolare ("mio signore") ma si riferisce al gruppo. Uno è chiaramente il leader, gli altri due lo accompagnano.
Abramo offre acqua per lavare i piedi - dettaglio domestico e concreto che indica viaggiatori stanchi e polverosi. Offre un po' di pane, ma poi in realtà prepara un banchetto: "Abramo andò in fretta nella tenda da Sara e disse: 'Presto, tre misure di fior di farina, impastala e fanne focacce'. All'armento corse lui stesso, Abramo; prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo. Prese panna e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse loro. Così, mentre egli stava in piedi presso di loro sotto l'albero, quelli mangiarono" (18:6-8).

"Quelli mangiarono". Due parole che sconvolgono tutta l'angelologia tradizionale. 

Esseri identificati come divini che consumano cibo fisico. Non fanno finta, non accettano simbolicamente, mangiano davvero. Pane, latticini, carne cucinata. Si siedono sotto un albero e consumano un pasto completo mentre Abramo sta in piedi a servirli.
Poi inizia la conversazione. "Dov'è Sara, tua moglie?". "Là nella tenda". "Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio" (18:9-10). Sara sente dalla tenda e ride dentro di sé, pensando: "Avvizzita come sono, dovrei provare il piacere, mentre il mio signore è vecchio!" (18:12).
Notate: Sara pensa al "piacere" ('ednah' in ebraico), chiaramente riferimento sessuale. A novant'anni lei e Abramo non hanno più rapporti, o almeno lei pensa che sia impossibile avere piacere a quell'età. Ma Yahweh sente i suoi pensieri e dice: "Perché Sara ha riso? C'è forse qualcosa di impossibile per Yahweh?" (18:13-14).
Può leggere i pensieri?. O forse ha dispositivi di ascolto che captano anche i sussurri interni della tenda. Il testo non specifica, ma la capacità è chiaramente oltre l'umano.
Dopo questo scambio, i tre si alzano e "guardarono in direzione di Sodoma". Il testo dice letteralmente che "guardarono sulla faccia di Sodoma" - posizionamento geografico preciso, come se stessero orientandosi verso un obiettivo. "Abramo andava con loro per congedarli" (18:16).
A questo punto inizia il famoso dialogo sulla giustizia. Yahweh dice: "Devo io forse nascondere ad Abramo quello che sto per fare?" (18:17). Perché dovrebbe nasconderlo? Se fosse il Dio onnipotente e trascendente, non dovrebbe spiegazioni a nessuno. Ma qui c'è quasi un senso di obbligo, di rapporto contrattuale. Abramo è alleato, partner, collaboratore. Va informato delle operazioni in corso.
Ed infatti è proprio così, come ho gia spiegato in un post precedente. Abramo non era un pastorello povero, ma era in verità il collaboratore più stretto di Yahweh, un comandante di eserciti, un generale.
Yahweh comunque spiega che Sodoma e Gomorra devono essere ispezionate: "Il grido di Sodoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!" (18:20-21).

"Voglio scendere a vedere". "Lo voglio sapere". Non è onnisciente. Ha ricevuto rapporti ("il grido è giunto fino a me") ma deve verificare personalmente. È linguaggio operativo, da comandante che manda squadre di ricognizione. E infatti: "Quegli uomini partirono di là e andarono verso Sodoma, mentre Abramo stava ancora davanti a Yahweh" (18:22).
I due uomini vanno verso Sodoma, Yahweh rimane. Segue la contrattazione famosa: Abramo mercanteggia sul numero di giusti necessari per salvare la città. "Se ci sono cinquanta giusti li risparmierai?". "Sì". "E se fossero quarantacinque?". Continua fino a dieci. Yahweh accetta ogni volta, dimostrando flessibilità, disponibilità a negoziare. Non è il Dio assoluto che non deve render conto a nessuno, è un'autorità potente ma che intrattiene rapporti diplomatici con Abramo.
Finita la conversazione, "Yahweh se ne andò, dopo aver finito di conversare con Abramo, e Abramo ritornò alla sua abitazione" (18:33). Se ne andò. Fisicamente. Si spostò da un luogo a un altro.

Biglino e la materialità estrema: questi non sono spiriti

Mauro Biglino ha analizzato questo episodio in dettaglio in diverse sue opere, evidenziando quanto sia impossibile conciliarlo con la teologia tradizionale degli angeli come esseri spirituali puri.

Primo punto: mangiano. Non c'è modo di spiritualizzare questo. Il testo dice che Abramo "porse loro" il cibo e "quelli mangiarono". Il verbo ebraico è "akal", mangiare nel senso più letterale e materiale. Se avessero fatto finta per educazione, il testo lo avrebbe indicato. Invece è presentato come fatto normale: ospiti che consumano un pasto.

Secondo punto: hanno piedi che si lavano. Camminano, si stancano, hanno corpi che accumulano polvere e sudore. Abramo offre acqua per lavare i piedi non come rituale simbolico ma come necessità pratica per viaggiatori in clima desertico.

Terzo punto: si siedono all'ombra. Sentono il calore, hanno bisogno di riparo dal sole. Non sono immuni alle condizioni ambientali, hanno limitazioni fisiche.

Quarto punto: uno di loro dice "tornerò" specificando un tempo preciso: "fra un anno a questa data". Non è onnipresente, deve tornare fisicamente, e la sua presenza è vincolata al tempo lineare.

Quinto punto: devono "scendere" per ispezionare Sodoma. Da dove scendono? Il termine ebraico "yarad" significa letteralmente scendere, muoversi da un livello superiore a uno inferiore. Dall'alto verso il basso. Dal cielo verso la terra.

Biglino conclude che questi "uomini" sono esattamente quello che il testo dice: individui corporei, fisici, che viaggiano, mangiano, interagiscono materialmente. Appartengono alla categoria degli Elohim, esseri avanzati ma non trascendenti, potenti ma non onnipotenti, longevi ma non eterni, con capacità tecnologiche che appaiono divine a osservatori meno avanzati.
Il fatto che uno di loro sia identificato come "Yahweh" non cambia la sostanza. Nel framework di Biglino, e anche di Sitchin, Yahweh è uno degli Elohim, quello assegnato al clan di Abramo secondo la divisione descritta in Deuteronomio 32:8-9. È il comandante locale, il supervisore territoriale. Ha due assistenti con lui, probabilmente comandanti subordinati o specialisti per la missione di Sodoma.

I due che vanno a Sodoma: squadra di ricognizione e distruzione

Mentre Yahweh rimane a parlare con Abramo, gli altri due proseguono verso Sodoma. Genesi 19 li segue e qui diventano esplicitamente "due angeli" (mal'akhim, messaggeri). Ma continuano ad essere estremamente materiali.
Arrivano a Sodoma la sera. Lot li vede seduti alla porta della città e insiste perché accettino ospitalità a casa sua. "Venite a casa del vostro servo per passarvi la notte. Vi laverete i piedi e domani mattina per tempo ve ne andrete per la vostra strada" (19:2). Di nuovo: piedi da lavare, necessità di riposo notturno, viaggio che continua al mattino.
Inizialmente rifiutano: "No, passeremo la notte sulla piazza". Possono dormire all'aperto se necessario, ma Lot insiste e alla fine accettano. "Entrarono da lui e vennero in casa sua. Egli preparò per loro un banchetto, fece cuocere gli azzimi e così mangiarono" (19:3). Di nuovo, mangiano. Pane azzimo questa volta, pasto più semplice ma sempre consumo reale di cibo.
Prima che vadano a coricarsi - quindi hanno intenzione di dormire - gli uomini della città circondano la casa e pretendono che Lot consegni i visitatori "perché possiamo abusarne" (19:5). La folla vuole violentarli. Non li vedono come entità spirituali intoccabili, li vedono come uomini desiderabili che possono essere aggrediti fisicamente.
Lot offre invece le sue figlie vergini - offerta orribile che rivela molto sui valori patriarcali dell'epoca - ma la folla rifiuta e preme contro la porta. A questo punto i due visitatori agiscono: "Allora quegli uomini sporsero le mani, si trassero in casa Lot e chiusero la porta; colpirono di cecità la gente che era alla porta della casa, dal più piccolo al più grande, così che non riuscivano più a trovare la porta" (19:10-11).
Hanno mani fisiche con cui agiscono. Usano qualche tecnologia o capacità per accecare temporaneamente la folla. Non è fulmine divino dal cielo, è azione diretta, ravvicinata, chirurgica. Colpiscono con precisione solo gli aggressori, lasciando Lot illeso.
Poi parlano chiaramente della loro missione: "Chi hai ancora qui? Fa' uscire da questo luogo generi, figli, figlie, e tutti i tuoi che sono in questa città. Perché noi stiamo per distruggere questo luogo: il grido innalzato contro di loro davanti a Yahweh è grande e Yahweh ci ha mandati a distruggerli" (19:12-13).
"Noi stiamo per distruggere". Non Dio in senso astratto, loro personalmente. Hanno un incarico specifico: eliminare Sodoma e Gomorra. Sono operatori sul campo con una missione di distruzione. E il motivo dato è pratico: il "grido" contro le città è arrivato a Yahweh, che ha mandato questi due a risolvere il problema.
All'alba, quando Lot esita, "quegli uomini presero per mano lui, sua moglie e le sue due figlie, per la compassione che Yahweh aveva per lui; lo fecero uscire e lo misero al sicuro fuori della città" (19:16). Contatto fisico diretto. Lo afferrano letteralmente e lo trascinano fuori. Non è trasporto spirituale o teletrasporto, è fuga a piedi urgente.
Uno di loro dà istruzioni precise: "Fuggi, per la tua vita. Non guardare indietro e non fermarti dentro la valle: fuggi sulle montagne, per non essere travolto!" (19:17). Istruzioni di sicurezza operative. Ci sarà un evento pericoloso, devi essere fuori dal raggio d'azione, non guardare direttamente (radiazioni? Lampo accecante?), raggiungi terreno elevato.
Lot contratta e ottiene il permesso di rifugiarsi nella piccola città di Zoar invece che sulle montagne. "Presto, fuggi là, perché io non posso fare nulla, finché tu non vi sia arrivato" (19:22). L'operazione non può iniziare finché il civile non è al sicuro. Sono vincolati da protocolli precisi.
"Il sole spuntava sulla terra e Lot era arrivato a Zoar, quand'ecco Yahweh fece piovere dal cielo sopra Sodoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco provenienti da Yahweh. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo" (19:23-25).

I tre sono tre o sono uno? Il mistero dell'identità

Qual è il punto cruciale? Questi "uomini" non sono entità spirituali. Sono materiali. Mangiano, bevono, si sporcano i piedi, conversano. Non si dissolvono nell'aria. Hanno bisogno di un pasto e di un alloggio.
Le traduzioni successive li hanno trasformati in "angeli", ma il testo ebraico non usa mai la parola "malakim" (angeli) per descriverli all'inizio. Usa "anashim", uomini.
La storia di Abramo è uno dei pilastri della tradizione ebraica, cristiana e islamica. È l'inizio di una dinastia, di un patto, di una fede. Ma se leggiamo il racconto in Genesi 18 con un occhio privo di preconcetti teologici, ciò che emerge è un evento straordinario, molto più simile a un'operazione militare o diplomatica che a una visione mistica.
Abramo non incontra angeli, né fantasmi. Incontra tre "uomini" (אֲנָשִׁים - anashim in ebraico), che si comportano in modo molto terreno. E la loro identità, se analizzata attraverso la lente dei testi sumeri e della paleoastronautica, rivela un'altra delle "verità nascoste" e manipolate della Bibbia.

LaStoriaOcculta 

Fonti;
1. La Genesi (Antico Testamento) - Fonte Biblica Primaria
Capitolo 18: Descrive l'incontro fisico di Abramo con i tre "uomini" (anashim), l'ospitalità e il pasto consumato dai visitatori.
Capitolo 19: Narra la distruzione di Sodoma e Gomorra tramite "fuoco e zolfo" piovuti dal cielo.
2. Il Dodicesimo Pianeta - Zecharia Sitchin
In questo testo fondamentale, Sitchin analizza l'incontro di Abramo come un'operazione di ricognizione degli Anunnaki prima di un attacco tattico.
Egli identifica i tre visitatori con figure di alto comando della gerarchia nibiriana (Enlil e i suoi ufficiali).
3. L'Epopea di Atra-Hasis - Testo Sumero/Accadico
Questo antico poema descrive la gerarchia tra gli Anunnaki (i capi) e gli Igigi (il personale operativo), fornendo il contesto per capire chi fossero realmente i "messaggeri" (angeli) della Bibbia.
Conferma che gli dèi avevano bisogni fisici come mangiare, bere e riposare, esattamente come i tre visitatori di Abramo.
4. Il Libro che cambierà per sempre le nostre idee sulla Bibbia - Mauro Biglino
L'autore effettua una traduzione letterale del testo ebraico, sottolineando come il termine Malakhim (angeli) indicasse in origine dei semplici messaggeri o ufficiali in carne e ossa.
Analizza l'episodio di Abramo come la prova che gli Elohim non fossero entità spirituali, ma individui dotati di una propria fisicità e tecnologia.

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