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SODOMA E GOMORRA: QUANDO LA BIBBIA DESCRIVE L' INIMMAGINABILE

Il 6 agosto 1945, alle 8:15 del mattino, un'arma rivoluzionaria esplose sopra Hiroshima. I testimoni sopravvissuti descrissero un lampo accecante, seguito da una colonna di fumo e fuoco che si elevava verso il cielo come una fornace gigantesca. Chi guardò direttamente l'esplosione perse la vista. Chi si trovava nelle immediate vicinanze fu istantaneamente vaporizzato, lasciando solo ombre impresse sul terreno. La città intera fu rasa al suolo in secondi. Ora torniamo indietro di circa 3.500 anni. Apriamo la Bibbia ebraica, Genesi capitolo 19. Leggiamo la descrizione della distruzione di Sodoma e Gomorra. E qualcosa di inquietante emerge: i dettagli sono straordinariamente simili. Come poteva un testo scritto millenni prima dell'era atomica descrivere fenomeni che l'umanità avrebbe compreso solo nel XX secolo? Il Racconto Biblico: I Dettagli Che Contano Rileggiamo il testo senza preconcetti, prestando attenzione ai dettagli tecnici: Genesi 19:24-25 "Allo...

ELOHIM: QUANDO LA BIBBIA PARLA AL PLURALE E NESSUNO VUOLE ASCOLTARE



Aprite una Bibbia qualsiasi in italiano, inglese, o nella maggior parte delle lingue moderne. Leggete i primi versetti della Genesi. Cosa trovate?

"Nel principio Dio creò il cielo e la terra."

Semplice. Chiaro. Un Dio, singolare, che crea l'universo. Il fondamento stesso del monoteismo giudeo-cristiano.
Ora aprite una Bibbia ebraica. Il testo originale. Le stesse parole che furono scritte migliaia di anni fa. Cosa trovate?

"Bereshit bara Elohim et hashamayim ve'et ha'aretz."

Elohim. Non Eloah (dio, singolare). Non El (il dio). Ma Elohim- una forma grammaticale inequivocabilmente plurale che significa letteralmente "gli dèi".

Eppure tutte le traduzioni dicono "Dio" al singolare. Perché?

La Grammatica Non Mente

L'ebraico biblico ha regole grammaticali precise e ben documentate. Quando un nome termina con il suffisso "-im", è plurale maschile. Sempre. Senza eccezioni.

Melech = re (singolare)
Melachim = re (plurale)

Sefer = libro (singolare)
Sefarim= libri (plurale)

Eloah = dio (singolare)
Elohim= dèi (plurale)

Non c'è ambiguità linguistica qui. Elohim è plurale tanto quanto "sefarim" è plurale. Ma mentre nessuno tradurrebbe "sefarim" come "libro" al singolare, improvvisamente quando si arriva a "Elohim", le regole grammaticali vengono sospese e ci viene detto che significa "Dio" singolare.

 Genesi 1:26 - Il Versetto Che Non Si Può Ignorare

Ma forse il caso più eclatante di questo plurale problematico si trova in Genesi 1:26:

"Wayomer Elohim na'aseh adam betzalmenu kidmutenu"

Traduzione letterale parola per parola:
- Wayomer= e dissero (verbo plurale)
- Elohim = gli dèi (sostantivo plurale)
- Na'aseh = facciamo (verbo plurale, prima persona)
- Adam= uomo/umanità
- Betzalmenu= a nostra immagine (possessivo plurale)
- Kidmutenu= a nostra somiglianza (possessivo plurale)

"E dissero gli dèi: facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza."

Ogni singola parola di questa frase è al plurale. Non c'è un solo elemento grammaticale singolare. Eppure, aprite una Bibbia tradotta e leggete:

"Dio disse: facciamo l'uomo a nostra immagine."

Notate l'incoerenza? "Dio" (singolare) "disse" (singolare), ma poi improvvisamente "facciamo" e "nostra" (plurale). La grammatica diventa contraddittoria perché i traduttori stanno cercando di forzare un testo plurale in una teologia monoteista.

Le Spiegazioni Teologiche Tradizionali

Di fronte a questa evidenza grammaticale, i teologi hanno sviluppato diverse spiegazioni nel corso dei secoli:

 1. Il Plurale Maestatico

La spiegazione più comune è che si tratti di un "plurale maestatico" o "plurale di maestà" - come quando un re dice "noi" invece di "io" per enfatizzare la propria autorità.
Il problema? Gli antichi ebrei non usavano il plurale maestatico. Questa è una convenzione retorica che emerge in Europa medievale, particolarmente nelle corti reali. Nessun testo ebraico antico mostra re o autorità che usano sistematicamente "noi" per riferirsi a se stessi al singolare.
Inoltre, nel resto della Bibbia ebraica, quando Dio parla in prima persona, usa regolarmente il singolare: "Io sono YHWH" (Anochi YHWH), non "Noi siamo YHWH". Il presunto "plurale maestatico" compare solo in specifici versetti della creazione, non come pattern linguistico costante.

 2. Dio Parla con gli Angeli

Alcuni commentatori suggeriscono che Dio stia consultandosi con gli angeli o con la corte celeste. Genesi 1:26 sarebbe quindi Dio che dice agli angeli: "Facciamo l'uomo."
Ma questa interpretazione crea più problemi di quanti ne risolva. In nessun altro punto del racconto della creazione gli angeli sono menzionati o hanno un ruolo attivo. Inoltre, se Dio sta semplicemente consultandosi con gli angeli, perché il testo usa Elohim (gli dèi) e non "Dio e i suoi angeli"?
E soprattutto, perché Dio avrebbe bisogno di consultarsi con esseri inferiori per la creazione dell'umanità? Questo sembrerebbe diminuire l'onnipotenza divina piuttosto che esaltarla.

 3. La Trinità Cristiana

L'interpretazione cristiana vede in questi plurali una prefigurazione della Trinità - Padre, Figlio e Spirito Santo che dialogano nella creazione.
Questa è una lettura retrospettiva che proietta sul testo concetti teologici sviluppati secoli dopo. Gli ebrei che scrissero la Genesi non avevano alcun concetto di Trinità. Il monoteismo ebraico è radicalmente unitario - Dio è uno, indivisibile, senza parti o aspetti separati.
Usare il Nuovo Testamento per interpretare l'Antico è metodologicamente problematico. È come leggere Omero attraverso le lenti di Dante - si possono trovare connessioni interessanti, ma non si sta comprendendo cosa intendesse l'autore originale.

Altri Versetti Problematici

Genesi 1:26 non è un caso isolato. Il plurale compare ripetutamente nei momenti più significativi della narrativa biblica:

Genesi 3:22 - Dopo il Peccato Originale

"Wayomer YHWH Elohim: hen ha'adam hayah ke'achad mimenu"

"E disse YHWH Elohim: ecco, l'uomo è diventato come uno di noi."

Notate: "uno di noi" - non "come me", ma "come uno di noi". L'implicazione è chiara: esiste un gruppo, un "noi" di cui l'uomo è ora diventato simile in qualche aspetto (la conoscenza del bene e del male).

Genesi 11:7 - La Torre di Babele

"Havah neredah venabelah sham sefatam"

"Venite, scendiamo e confondiamo là la loro lingua."

Di nuovo, plurale. "Scendiamo" (neredah), prima persona plurale. Chi sta scendendo? Chi sta confondendo le lingue?
Il contesto è significativo: l'umanità unita sta costruendo una torre "la cui cima raggiunga il cielo". Il versetto precedente (11:6) dice qualcosa di straordinario:

"Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l'inizio della loro opera e ora quanto hanno in progetto di fare non sarà loro impossibile."

"Non sarà loro impossibile." Gli Elohim temono il potenziale dell'umanità unita. Quindi intervengono - collettivamente - per dividere e indebolire.

Genesi 6:2 - I Figli degli Elohim

"Vayir'u benei ha'Elohim et-benot ha'adam ki tovot henah"

"I figli degli Elohim videro che le figlie degli uomini erano belle."

Se Elohim fosse singolare, come può avere "figli" (plurale)? Questo versetto precede direttamente la nascita dei Giganti (Gibborim) e il Diluvio - eventi catastrofici che rimodellano l'umanità.
Chi sono questi "figli degli Elohim"? La tradizione li interpreta come angeli caduti, ma il testo li chiama letteralmente "figli degli dèi", non "angeli".

Il Contesto Mesopotamico

Per comprendere veramente cosa sta succedendo nella Genesi, dobbiamo guardare al contesto culturale e letterario in cui fu composta. Gli studiosi biblici riconoscono ormai universalmente che i primi capitoli della Genesi contengono elementi ripresi e rielaborati dalle tradizioni mesopotamiche precedenti.

L'Enuma Elish Babilonese

L'epopea della creazione babilonese, l'Enuma Elish, presenta notevoli paralleli con Genesi 1:
- Caos primordiale acquatico (Tiamat / Tehom)
- Separazione delle acque superiori e inferiori
- Creazione attraverso la parola divina
- Ordine di creazione simile
Ma c'è una differenza cruciale: nell'Enuma Elish, la creazione è opera del consiglio degli dèi, non di una singola divinità. Marduk emerge come dio supremo, ma agisce all'interno e con l'approvazione di un pantheon divino.

I Testi Sumeri

Ancora più antichi sono i testi sumeri, che descrivono gli Anunnaki- letteralmente "quelli che dal cielo alla terra vennero". Gli Anunnaki non sono un singolo dio, ma un consiglio di esseri divini che prendono decisioni collettivamente.
Nelle tavolette sumere della creazione, troviamo narrazioni in cui gli Anunnaki discutono se e come creare l'umanità. Non è un decreto divino unilaterale, ma una decisione presa dopo deliberazione.
Nel testo Atra-Hasis, la creazione dell'umanità avviene perché gli dèi minori si ribellano contro il lavoro pesante che devono svolgere. Gli Anunnaki superiori decidono quindi di creare l'umanità per sostituire gli dèi lavoratori. La narrazione include dibattiti, dissensi, e compromessi - esattamente il tipo di dinamica che ci aspetteremmo da un consiglio, non da una divinità solitaria.

La Transizione al Monoteismo

Gli studiosi datano la composizione finale della Genesi al periodo post-esilico (dopo il 586 a.C.), quando gli ebrei tornavano dall'esilio babilonese. In questo periodo, il monoteismo ebraico si stava consolidando in opposizione alle religioni politeiste circostanti.
È possibile che i redattori biblici abbiano preso antiche tradizioni mesopotamiche che parlavano di un consiglio di dèi e le abbiano rielaborate in chiave monoteista, mantenendo però tracce linguistiche del plurale originale?
Questo spiegherebbe perché Elohim rimane plurale nel testo ebraico, anche se l'interpretazione teologica lo vuole singolare. I redattori stavano lavorando con materiale più antico che non potevano o non volevano alterare completamente.

 YHWH ed Elohim - Due Tradizioni?

Un aspetto interessante è che la Genesi usa due nomi diversi per la divinità: Elohim e YHWH (spesso tradotto come "Signore").
Gli studiosi biblici hanno identificato diverse "fonti" nella composizione del Pentateuco. Due delle principali sono:
- La fonte Elohista che usa prevalentemente Elohim
- La fonte Yahwista che usa prevalentemente YHWH

Queste potrebbero rappresentare tradizioni teologiche diverse che furono successivamente intrecciate in un unico testo. La fonte Elohista potrebbe preservare una tradizione più antica, più vicina alle narrazioni mesopotamiche politeiste, mentre la fonte Yahwista rappresenta un monoteismo più sviluppato.
In Genesi 2:4, c'è una transizione significativa: il racconto inizia a usare "YHWH Elohim" - una combinazione dei due nomi. È come se i redattori stessero cercando di armonizzare due tradizioni diverse.

Il Dilemma dei Traduttori

I traduttori moderni della Bibbia si trovano in una posizione difficile. Sanno che Elohim è grammaticalmente plurale, ma traducono al singolare per motivi teologici. Questa non è traduzione, è interpretazione.
Alcuni studiosi hanno proposto traduzioni alternative che preservano il plurale:
- "Gli esseri divini"
- "I poteri celesti"
- "Le divinità"
Ma queste traduzioni sono raramente adottate dalle edizioni mainstream, perché sfidano troppo direttamente l'ortodossia monoteista.
Il risultato è che la maggior parte dei lettori della Bibbia non ha idea che il testo originale usi costantemente forme plurali nei passaggi più cruciali. Leggono "Dio disse" senza rendersi conto che in ebraico è "dissero gli Elohim".
 Cosa Significa Tutto Questo?
Ci troviamo di fronte a diverse possibili interpretazioni:

Ipotesi 1: Vestigia Politeiste

La Bibbia preserva tracce di un'antica concezione politeista che fu gradualmente trasformata in monoteismo. Gli Elohim erano originariamente un pantheon di dèi, simile agli Anunnaki sumeri o agli Elohim cananei. Nel tempo, questa molteplicità fu compressa in un'unica divinità, ma il linguaggio plurale sopravvisse nel testo.

Ipotesi 2: Consiglio Divino

Anche all'interno di una teologia monoteista, Dio potrebbe operare attraverso un consiglio di esseri celesti. YHWH sarebbe il capo supremo, ma le decisioni vengono prese in consultazione con una corte divina. Questo spiegherebbe il "facciamo" senza necessariamente implicare politeismo.

Ipotesi 3: Memoria di Visitatori

Una lettura più radicale suggerisce che gli Elohim fossero esseri concreti - non dèi nel senso spirituale, ma visitatori avanzati che furono deificati dalle popolazioni antiche. Il plurale non sarebbe grammaticale o teologico, ma letterale: erano davvero "quelli" che vennero, crearono, modificarono l'umanità.
Questa interpretazione collega il testo biblico alle narrazioni sumere degli Anunnaki in modo più diretto: entrambi descriverebbero gli stessi eventi da prospettive culturali diverse.

 Ipotesi 4: Mistero Intenzionale

Forse il plurale è deliberatamente ambiguo, progettato per contenere multiple possibilità interpretative. I testi sacri spesso operano su livelli multipli di significato, e il plurale/singolare di Elohim potrebbe essere uno di questi layer intenzionali.

La Domanda Che Resta

Indipendentemente da quale interpretazione si preferisca, una cosa è innegabile: **il testo ebraico originale usa forme plurali in momenti cruciali della narrativa biblica.
Non è questione di fede o scetticismo. È questione di grammatica. Elohim è plurale. I verbi associati sono spesso plurali. I pronomi sono plurali.
La domanda non è se questo plurale esista - esiste, ed è documentabile da chiunque legga l'ebraico biblico. La domanda è: cosa significa?
Significa che il monoteismo biblico emerse da un contesto politeista e ne preserva tracce linguistiche? Significa che c'era realmente un consiglio di esseri divini coinvolti nella creazione? Significa che le antiche popolazioni interagirono con visitatori multipli che vennero interpretati come divinità?

Conclusione: L'Onestà Intellettuale

Qualunque sia la risposta, credo che valga la pena di onestà intellettuale. Se il testo dice "gli dèi", dovremmo almeno riconoscerlo apertamente, invece di nasconderlo dietro traduzioni teologicamente orientate.
Non sto suggerendo che questo "provi" una particolare teoria sulla natura della divinità o sull'origine dell'umanità. Sto semplicemente dicendo: leggete il testo per quello che dice, non per quello che vi hanno detto che dice.
Il plurale di Elohim non è un'invenzione di teorici della cospirazione o di studiosi eretici. È una realtà grammaticale dell'ebraico biblico, riconosciuta da qualsiasi studioso serio della lingua.
Cosa ne facciamo di questa informazione dipende da noi. Possiamo ignorarla, razionalizzarla con spiegazioni teologiche, o usarla come punto di partenza per riesaminare ciò che crediamo di sapere sulle origini della nostra civiltà.
Ma non possiamo negare che sia lì, scritta in nero su bianco nelle prime pagine della Bibbia ebraica.

"Bereshit bara Elohim"

Nel principio crearono gli Elohim.

Il testo non mente.
Solo l'interpretazione può farlo.

__LaStoriaOcculta__

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